Gli addetti ai lavori, costituitisi come “Operatori sociali autorganizzati Perugia” (Osa), hanno avanzato una vertenza di lavoro contro l’Arci di Perugia dalla quale emergerebbero criticità della gestione dell’accoglienza dei richiedenti asilo politico.
L’associazione guidata da Franco Calzini portata in tribunale deve rispondere dei sei casi portati all’attenzione del giudice del lavoro, tre hanno chiuso trovando una transazione con l’Arci, un soggetto è in causa e due, quelli discussi per ultimi, sono ancora in piedi per una possibile conciliazione.
Non solo, ma il comunicato divulgato qualche giorno fa dagli operatori denuncia condizioni di lavoro vergognose, con contratti di collaborazione volti a nascondere quello che a tutti gli effetti era lavoro subordinato, privato però delle più basilari garanzie.
Il Partito Comunista sostiene la lotta di questi lavoratori e ritiene “non solo giusto ma soprattutto necessario denunciare questo sistema basato su reti amicali, favori personali, silenzi complici ed omertà che vede coinvolto gran parte del centrosinistra perugino e umbro. Un sistema che danneggia innanzitutto i lavoratori, costretti a lavorare con quello che è stato correttamente definito un cottimo di persone, resi precari e quindi ricattabili, scaricabili perché sostituibili”.
Il Partito Comunista è sceso in piazza per sostenere la lotta degli Operatori Sociali Autorganizzati.