Clamorosi sviluppi nella vicenda giudiziaria che vede in prima linea la Guardia di Finanza impegnata in un’indagine che ha per oggetto un concorso avvenuto in una delle aziende sanitarie umbre.
Secondo gli ultimi aggiornamenti sarebbe emerso che il segretario del Pd dell’Umbria Gianpiero Bocci e l’assessore regionale alla Salute e coesione sociale Luca Barberini, sarebbero stati posti agli arresti domiciliari.
L’inchiesta della procura di Perugia coordinata dai pm Paolo Abbritti e Mario Formisano sotto la supervisione del procuratore capo Luigi De Ficchy, sembrerebbe legata all’assunzione di quattro persone nel settore pubblico a tempo indeterminato.
Il concorso risale alla metà del 2018. I vincitori – secondo quanto emerso nel corso dell’indagine – avrebbero avuto in anteprima comunicazioni relative alle possibili tracce dell’esame.
Nell’ordinanza del gip vengono elencati i nomi degli indagati.
Si tratta di Roberto Ambrogi (responsabile dell’ufficio contabilità e bilancio sia dellufficio economato e servizi alberghieri), Giampiero Antonelli, Luca Barberini, Domenico Barzotti, Gianpiero Bocci, Lorenzina Bolli, Riccardo Brugnetta, Eleonora Capini, Gabriella Carnio (dirigente responsabile delle professioni sanitarie dell’ospedale), Amato Carloni, Maria Cristina Conte (responsabile dell’ufficio personale), Moreno Conti, Pasquale Coreno, Marco Cotone, Potito D’Errico (professore universitario e primario di Odontoiatria fino a maggio 2013), Maurizio Dottorini, Emilio Duca, Giuseppina Fontana, Rosa Maria Franconi (dirigente coordinatore dell’ufficio acquisti e appalti), Fabio Gori, Paolo Leonardi, Catiuscia Marini, Patrizia Mecocci, Domenico Oristanio, Walter Orlandi, Diamante Pacchiarini (direttore sanitario dell’Azienda ospedaliera), Vito Aldo Peduto, Mario Pierotti, Domenico Francesco Oreste Riocci, Alessandro Sdoga, Antonio Tamagnini (responsabile dell’ufficio coordinamento attività amministrative del presidio ospedaliero e dell’ufficio sperimentazioni cliniche), Simonetta Tesoro, Milena Tomassini, Maurizio Valorosi (direttore amministrativo dell’Azienda ospedaliera) e Simona Zenzeri.
Secondo i pm che accusano Duca, Valorosi, Ambrogi, Carnio, Conte, D’Errico, Franconi, Pacchiarini e Tamagnini del reato di associazione per delinquere gli indagati hanno commesso «una serie di delitti contro la pubblica amministrazione, nella specie abuso d’ufficio, rivelazione di segreti, peculato, falso ideologico e materiale finalizzati alla manipolazione sistematica dei concorsi pubblici banditi dall’Azienda ospedaliera di Perugia e/o dall’Usl Umbria 1 per garantire la vittoria o il posizionamento ‘utile’ in graduatoria dei candidati, preventivamente determinati dagli stessi associati».
Nelle carte giudiziarie è spiegato che Duca, Valorosi e Pacchiarini «operavano con continuità allo scopo di eseguire le direttive impartite dalla classe politica locale – nella specie Barberini, Marini e Bocci – manipolando i concorsi a favore dei candidati ‘raccomandati’ o indicati dagli stessi».
La misura interdittiva della sospensione dai pubblici uffici per sei mesi Pacchiarini, Carnio, Conte, Franconi, Ambrogi e Tamagnini.
Consapevole “dell’illecita gestione della procedura di alcuni concorsi pubblici banditi dall’azienda ospedaliera di Perugia da parte del direttore generale Emilio Duca, del direttore amministrativo e del direttore sanitario”, l’ex sottosegretario all’Interno Gianpiero Bocci (da oggi ai domiciliari) avrebbe aiutato “gli stessi a eludere le investigazioni dell’autorità giudiziaria. E’ per questa ragione che l’attuale segretario regionale del Pd risponde anche del reato di favoreggiamento personale. In particolare, secondo l’ordinanza del gip Valerio d’Andria, Bocci “al fine di agevolare gli stessi direttori nel compimento dell’attività illecita, informava Duca dell’esistenza di attività di intercettazione all’interno della struttura ospedaliera, comunicando a quest’ultimi che gli strumenti di captazione erano stati attivati in occasione dell’intervento dei Vigili del Fuoco di Perugia verificatosi il 17 novembre 2018″. Per il giudice, c’e’ il timore che l’allora onorevole, che sarebbe intervenuto illecitamente in tre procedure concorsuali, “sfruttando conoscenze acquisite nell’ambito istituzionale e in particolare tra ufficiali di polizia giudiziaria, possa porre in essere condotte analoghe a quelle già approfondite con conseguente pregiudizio per le indagini”. (da AGI)
«L’assessore Luca Barberini è stato raggiunto dalla misura degli arresti domiciliari – si legge in una nota dell’avvocato David Brunelli -. È sereno e si dichiara assolutamente estraneo ai fatti contestati. Ha la massima fiducia nell’operato della magistratura, che saprà accertare la sua estraneità alla vicenda. Si è autosospeso dal Partito Democratico e si dimetterà dall’incarico di assessore regionale proprio per permettere di fare la massima chiarezza e non intralciare in alcun modo l’attività di indagine. Un atto di responsabilità, rispetto al suo mandato di amministratore pubblico che ha sempre svolto con onestà e rigore».
Per tutti vengono contestati i reati di abuso d’ufficio, rivelazione del segreto d’ufficio, favoreggiamento e falso.
Come già riportato su questa testata la Guardia di Finanza ha eseguito dei decreti di perquisizione nei confronti del presidente della Regione Umbria Catiuscia Marini, del segretario regionale del Pd ed ex sottosegretario all’Interno Gianpiero Bocci e dell’assessore alla sanità della regione Luca Barberini. I finanzieri hanno perquisito oltre che le abitazioni e gli uffici dei destinatari dei decreti, anche la sede dell’assessorato alla Sanità e alcuni uffici dell’ospedale Santa Maria della Misericordia, sequestrando atti e documenti.