Sembra essere un’utopia senza fine quella del Frecciarossa in Umbria che, tra polemiche, dibattiti e territori isolati, fa parlare di sé in maniera tutt’altro che positiva.
Il Freccia Rossa per Milana sarebbe dovuto partire l’11 di dicembre dalla stazione di Perigia alle 5,35 del mattino in destinazione Milano, ma il binario era deserto, non c’era nessun treno e di conseguenza nessun passeggero ad attendere sulle banchine della stazione di Fontivegge.
Qualcosa è quindi andato storto in questa tratta sperimentale che, in soli sei mesi, avrebbe dovuto convincere i cittadini a svegliarsi all’alba per raggiungere il capoluogo lombardo, con inoltre l’incognita di un ritorno del quale non si conosce ancora l’orario.
A mettere il dito nella piaga, dando voce alla diffidenza di molti, è il capogruppo regionale del M5S Andrea Liberati, che in merito al fallimento della manovra ha espresso parole forti : “ l’11 dicembre, giorno di avvio dell’orario invernale Trenitalia, il Frecciarossa in Umbria non è previsto. E nemmeno nei giorni a seguire. E nemmeno a Natale. Quel treno dei desideri non esiste proprio”.
Un problema, quello della mobilità umbra, che da tempo genera sconforto tra la popolazione. Dai bus, agli aeroporti, passando per le ferrovie, sopratutto quella centrale umbra, si ha l’impressione di rimanere immobili all’interno di una regione che sembra non voler andare da nessuna parte, rimanendo isolata al centro d’Italia con conseguenti danni per il turismo.
Inutili le rassicurazioni della governatrice Caiuscia Marini che promette ammodernamenti sulla Fcu, oramai chiusa da tanto, forse troppo, tempo, e miglioramenti nei vari collegamenti interregionali, a questo punto lo sconforto ha preso un posto stabile nelle menti degli umbri che si sentono sempre più abbandonati.
Un’opportunità unica la considera lo storico Marco Sciarrini, che vede “aprirsi una nuova stagione che deve porre al centro dell’attenzione l’urgenza di una nuova progettazione del futuro dei trasporti e delle infrastrutture: dall’Umbria isola felice, all’Umbria snodo e baricentro dell’Italia centrale”.