Il Comune di Perugia ha mandato le carte in Procura per accertare eventuali profili di reato legati alla vicenda dei consiglieri morosi.
Si vuole così verificare se ci siano violazioni rispetto alle dichiarazioni di incandidabilità, incompatibilità e ineleggibilità che sono state firmate a inizio legislatura.
C’è da capire quali sono i nomi finiti nell’esposto visto che nelle ultime carte c’erano cinque consiglieri e un assessore che facevano parte della lista di chi aveva scritto di non aver debiti con il Comune e poi si è ritrovato cartelle esattoriali da pagare.
La conferma che l’esposto è partito da palazzo dei Priori è stata data dal presidente del consiglio Leonardo Varasano.
I consiglieri Tommaso Bori del Pd e Cristina Rossetti del M5S rimandano al mittente le accuse dell’assessore Francesco Calabrese che per difendersi ha affermato che i due consiglieri ricevono rimbrosi per i telefonini cellulari.
L’assessore Francesco Calabrese è nel pieno della bufera, dopo il post-sfogo su Facebook sulla questione dei consiglieri e degli assessori morosi. Quello in cui ha ammesso di aver pagato, in ritardo, multe e Tari “vecchie di almeno 10 anni”.
Ora tutto il gruppo del Partito Democratico lo vuole fuori da Palazzo dei Priori (e anche da Palazzo Grossi): “È evidente che, se non bastassero le tasse non pagate e la falsa dichiarazione, la reazione conseguente all’esser stato smascherato, le gravi parole e il comportamento violento dell’assessore Calabrese non sono compatibili con la carica che ricopre. Con quale faccia potrebbe mai continuare a svolgere il suo incarico istituzionale? O dà le dimissioni subito o il Sindaco deve ritirargli le deleghe”.
E ancora: “Quando chi ha un minimo potere si sente in diritto di aggredire frontalmente la stampa e le minoranze si preparano tempi bui: è esattamente il ruolo sia dei giornalisti che delle opposizioni vigilare su chi ci governa, soprattutto quando infrange la legge. Abbiamo verificato chi, sia in Giunta che in Consiglio, non ha rispettato la legge non pagando le tasse comunali che imponevano al resto dei cittadini e che ha dichiarato il falso certificando di essere in regola avendo invece morosità anche di decine di migliaia di euro”.
Quindi, dice il Pd, “ci stupisce che l’assessore Calabrese, invece di chiedere scusa ai perugini per non aver pagato le tasse per anni e per migliaia di euro mentre autocertificava di essere in regola, si permetta addirittura di attaccare chi sarebbe colpevole soltanto di aver controllato e, di conseguenza, scoperto che non stava rispettando la legge (art. 63 del testo unico degli enti locali che prevede che l’incompatibile e art. 68 che comporta la decadenza)”.