Confermata la condanna a trent’anni di reclusione per Francesco Rosi che il 25 novembre del 2015 imbracciò un fucile e sparò e uccise la moglie Raffaella Presta (foto a lato), giovane avvocatessa di appena 40 anni.
La tragica vicenda si consumò all’interno della loro villetta coniugale al Bellocchio e come lui stesso confessò il movente fu la gelosia e l’incapacitò di accettare la fine del rapporto matrimoniale.
All’ex agente immobiliare il giudice aveva riconosciuto in primo grado l’aggravante dei maltrattamenti in famiglia e dell’aver agito alla presenza del minore, escludendo quelli della premeditazione, dei futili motivi e della crudeltà.
Oggi, i giudici della Corte d’Assise d’Appello hanno confermato la sentenza di primo grado a trent’anni di reclusione per l’ex agente immobiliare riconoscendogli le attenuanti generiche, ritenute minusvalenti rispetto alle aggravanti.
Parzialmente riformati gli importi dei risarcimenti delle parti civili: 250mila per ciascun fratello e 350mila per la madre e il padre di Raffaella.
Confermato a un milione e 250mila euro il risarcimento per il figlio della coppia.