Di Bruno Di Pilla – “Noi cittadini siamo stanchi di pagare, con imposte e tasse, l’affitto di una miriade di locali per l’amministrazione della giustizia. Perché non si unificano i servizi nell’ormai leggendaria cittadella giudiziaria, la cui sede naturale è l’ex carcere di Piazza Partigiani?”. Si sfoga così, a cuore aperto, Salvatore Iacobelli, per mezzo secolo dipendente del Ministero della Giustizia ora in pensione. Non è il solo a mettersi le mani fra i capelli. Fioccano da ogni angolo di Perugia le proteste per l’inconcepibile dispersione degli uffici giudiziari ed il conseguente disagio di operatori ed utenti del settore, mentre, da anni, l’ex penitenziario è deserto e fatiscente persino nelle mura di cinta. Le lamentele sono più che legittime. A nome degli ambientalisti, però, sulle colonne del Messaggero, Mauro Monella si straccia le vesti, invocando l’intangibilità della struttura di Piazza d’Armi, quasi fosse un sito d’inestimabile valore archeologico, senza peraltro argomentare sul tema con convincenti proposte alternative.
La verità, nuda e cruda, è che sono attualmente 7 (sette) gli immobili in cui vengono ospitati amministratori e “clienti” della giustizia perugina. Riepilogo per chi non avesse conoscenza della tentacolare diaspora. Nelle sale del celebre Palazzo del Capitano del Popolo, in Piazza Matteotti, “coabitano” i magistrati della Corte d’Appello e della Procura Generale. Nell’antistante Palazzo delle Poste, secondo piano, è dislocato il Tribunale Civile. Nello stabile ex ENEL sono concentrati il Tribunale Penale e gli uffici del GIP, Giudice delle indagini preliminari. In Via Baglioni operano giudici di pace e di sorveglianza. Gli ufficiali giudiziari sono in Via Bartolo. I P.M., Pubblici Ministeri della Procura della Repubblica, agiscono in Piazza Partigiani, nella sede un tempo occupata dalla Questura. Infine, in via Martiri dei Lager, lavorano i magistrati della Procura e del Tribunale dei minorenni.
L’incredibile frammentazione, ovviamente, danneggia non solo migliaia di professionisti, impiegati ed utenti, afflitti da permanente mal di testa nel peregrinare qua e là lungo il dèdalo di vie e piazze della città, ma anche il decoro urbanistico e la stessa immagine, in Italia, del capoluogo dell’Umbria.
Mancano meno di due mesi alla fatidica data del 2 maggio, giorno in cui dovrebbe svolgersi, a Roma, il già annunciato summit fra Stato, Regione e Comune di Perugia. Il vertice servirà, salvo il caso di drammatici ripensamenti e colpi di scena, a far sì che il Dicastero della Giustizia sblocchi il finanziamento degli 80 milioni da tempo stanziati per l’integrale restauro dell’ex carcere di Piazza Partigiani e la conseguente, sospirata creazione della Cittadella Giudiziaria.
Salterà il rendez-vous nell’Urbe per le imminenti elezioni europee, in programma il 29 maggio? E poi, nell’ipotesi di una fumata bianca, si accorderanno le parti? Auspicabili gli scongiuri di rito.