Il mondo venatorio umbro si sente tradito e penalizzato dopo che il Tar ha detto no alle due preaperture della stagione venatoria in Umbria, inizialmente previste per il 2 e il 9 settembre.
La decisione è arrivata in seguito ad un ricorso contro la Regione e l’Ispra presentato dal Wwf. Contestualmente, sono state anche impugnate le relative determinazioni dirigenziali con cui erano stati approvati i piani di abbattimento per la caccia di selezione.
In seguito al ricorso, il Tribunale Amministrativo Regionale per l’Umbria ha stabilito, con propria ordinanza n. 120 del 25 luglio 2018 emessa a seguito della Camera di Consiglio del 24 luglio, quanto segue: “Ritenuto, ferma restando la validità in regime di prorogatio del piano faunistico venatorio scaduto il 21 luglio 2014, che l’istanza di sospensione del calendario venatorio impugnato appare suscettibile di positiva definizione nella parte in cui dispone la preapertura della caccia pur in assenza di adeguati piani di abbattimento selettivi previsti dalla normativa di settore… accoglie la domanda cautelare proposta nei limiti di cui in motivazione”.
Per discutere di questo e delle eventuali ricadute, l’assessore regionale Fernanda Cecchini ha convocato per oggi, 27 luglio, alle 12,30, presso la sede regionale del Broletto, una riunione della Consulta faunistico venatoria.