di Bruno Di Pilla – L’attuale recessione economica, anticamera della fase depressiva del ciclo, va combattuta con decisi interventi dello Stato-imprenditore, che restituiscano fiducia alla collettività nazionale. E’ umiliante assistere all’emigrazione di lavoratori qualificati e giovani cervelli italiani, che accrescono il PIL di Paesi già forti, nonché alla sistematica cessione d’aziende medio-grandi a gruppi stranieri. La desertificazione industriale, tra l’altro, alimenta anche in Umbria il diffondersi delle mafie, cui risulta più agevole il reclutamento di minorenni e disoccupati, specie in zone povere ed abbandonate al “laissez-faire” del crimine organizzato.
Sempre valido appare il monito di Paul Samuelson, Premio Nobel nel 1970. Nel solco degli insegnamenti keynesiani, l’economista statunitense esortava i Governi a sostenere al tempo stesso domanda ed offerta, accantonando la legge degli sbocchi di Say (ogni offerta crea la sua domanda) e le fideistiche concezioni monetariste dei mercati concorrenziali, secondo le quali addirittura dannosa sarebbe ogni interferenza dello Stato nella sfera privata.
Proprio la “deregulation” degli Anni Novanta, le privatizzazioni a pioggia e l’abolizione dell’IRI causarono la progressiva penetrazione nel nostro territorio di multinazionali agguerrite, che, in poco più d’un ventennio, hanno fatto incetta di prestigiosi marchi ed annichilito lo spirito d’intrapresa di valorosi capitani d’industria, italici fiori all’occhiello del secolo scorso.
Ora, le speranze di conservare almeno il pacchetto maggioritario dei pochi gangli vitali rimasti (Eni, Enel, Poste, Ferrovie, Autostrade, Alitalia), sono affidate alla CDP, Cassa Depositi e Prestiti, che si spera possa crescere ulteriormente e divenire la massima holding pubblica, a sostegno degli stessi imprenditori superstiti ancora desiderosi di lottare, fra i quali è d’obbligo citare i benemeriti perugini Brunello Cucinelli, Nicoletta Spagnoli ed i fratelli Mauro e Stefano Bartolini. D’altronde le grandi opere statali (porti, snodi e raccordi viari, ponti, TAV, ricostruzione di case e monumenti nelle aree terremotate) sono indispensabili affinché si creino posti di lavoro e si neutralizzi lo spettro della depressione economica, a prescindere dal colore politico degli Esecutivi di turno. E’ un’autentica vergogna che, nello stesso cuore verde d’Italia, una famiglia su 10 debba fare i conti con ragazzini schiavizzati da droghe sempre più sofisticate ed offerte a prezzi stracciati. L’occupazione e scuole moderne ed attrezzate sono gli unici antidoti al crescente degrado, civile e morale, delle nuove generazioni.