di on. Marina Sereni – Ricostruzione 1: nella riunione di oggi il Consiglio dei Ministri ha all’ordine del giorno un nuovo Decreto Legge per le aree del Centro-Italia colpite dal terremoto da agosto ad oggi. La partita è molto complessa, il territorio coinvolto sempre più ampio, le condizioni delle famiglie e delle imprese che hanno avuto immobili inagibili sono rese ancora più difficili dalla stagione invernale, i riflessi del sisma sull’economia locale si stanno rivelando molto pesanti in alcuni settori – in primis il turismo e i servizi connessi – anche fuori dal perimetro del cratere. Proprio per questo, mentre occorre completare in tempi rapidi le iniziative tese a dare una sistemazione provvisoria dignitosa alle famiglie, al bestiame, alle attività produttive, si rende necessario semplificare ed accelerare al massimo le procedure per consentire al più presto l’avvio della ricostruzione e mettere a fuoco immediatamente alcune misure rivolte allo sviluppo economico. Molte delle case danneggiate hanno lesioni relativamente gravi, far partire presto la cosiddetta “ricostruzione leggera” darebbe un segnale concreto di speranza e di rinascita alle comunità colpite. Così come studiare forme e incentivi per sostenere le attività economiche che sono insediate, o che magari intendano insediarsi, in quei territori indicherebbe una prospettiva di ripresa e di nuovo sviluppo in aree interne che altrimenti rischiano lo spopolamento e l’abbandono. In particolare il tema, posto da tutte le Regioni interessate, di riconoscere un risarcimento – nelle modalità e nei limiti ammessi dall’Europa e già sperimentati in passate calamità – per le aziende che hanno avuto e hanno un “danno indiretto” ( il cosiddetto lucro cessante) è una priorità di questa fase, una risposta urgente per le imprese, in particolare del settore turismo.
Ricostruzione 2: anche la politica italiana ha bisogno di un piano di emergenza e ricostruzione. Dopo il referendum del 4 dicembre scorso e la pronuncia della Corte Costituzionale sull’Italicum la Conferenza dei capigruppo di Montecitorio ha deciso, a mio avviso saggiamente, di calendarizzare per la fine di febbraio la discussione sulla legge elettorale. Riconoscendo quindi che è opportuno e necessario un passaggio parlamentare per armonizzare le norme con le quali andare a votare la prossima volta per Camera e Senato. Se questo è l’obiettivo sarebbe bene che i partiti si confrontassero nel merito sulla legge elettorale non sui tempi del voto! Diamo al Paese un messaggio di serietà e di rassicurazione, mettiamo ai margini chi sa solo insultare e urlare. Ogni partito ha le sue proposte e le sue preferenze (alcune nobili altre più legate alla contingenza), ma qui si deve fare un compromesso, una mediazione per dare all’Italia una legge che non ci condanni alla confusione e alla ingovernabilità.
Ricostruzione 3: nel PD e a proposito del PD abbiamo letto e sentito in questi giorni di nuovo la parola scissione. Davvero pensiamo di fare un buon servizio alla sinistra, ai giovani, ai lavoratori di questo Paese producendo l’ennesimo trauma nel campo progressista? Non è sensato evocare un nuovo Ulivo, come fa Bersani. L’Ulivo è stato il padre del PD, impossibile far rinascere un padre uccidendo il figlio. Fermiamoci un attimo, tutti quanti! Parliamoci seriamente, guardiamo in faccia i problemi che abbiamo, discutiamo sui nodi di fondo. Renzi, da segretario, ha la responsabilità di costruire (ricostruire) le condizioni di un dialogo e di un confronto nel gruppo dirigente del PD. La minoranza o le minoranze hanno la responsabilità di partecipare a questa discussione togliendo dal tavolo la pistola carica della scissione. Il partito sul territorio è smarrito, i nostri elettori e attivisti disorientati. Si aspettano dal gruppo dirigente nazionale un messaggio di impegno sui temi che stanno a cuore dei cittadini, un’azione efficace dal parlamento e dal governo, un clima di maggior ascolto e rispetto tra di noi. Come ho già scritto per me non è tanto importante “quando” andiamo a votare ma “come” ci andiamo. In politica, come quando ci sono i terremoti, non si può costruire nulla sulle macerie. Più o meno ravvicinate, le prossime elezioni saranno una prova difficile, in un quadro internazionale ed europeo carico di contraddizioni. Il PD ha la possibilità di un buon risultato solo se è saldamente in piedi e con lo sguardo rivolto al Paese.