Questa storia delle telecamere messe per controllare l’accesso al centro storico di Gubbio, per molti sta diventando un incubo. Dal 4 giugno sono state attivate 12 postazioni. Gli occhi elettronici sono stati posizionati in 11 punti. Di questi 7 registrano il flusso dei veicoli in entrata e 5 in uscita. Il tutto sotto “l’occhio vigile” della polizia municipale, che presidia ogni varco. La sperimentazione della zona a traffico limitato corrisponde al centro storico di Gubbio, così come delimitato dalle mura urbiche (ad eccezione di Piazza 40 Martiri).
L’obiettivo del Comune, così come si legge a chiare lettere nel suo sito, è quello di “consentire la maggior fruibilità delle zone cittadine a più alta densità commerciale, scolastica e di servizi in generale, concentrati per lo più nella cosiddetta “parte bassa” della città, gli orari di apertura della Ztl per quest’area sono piuttosto ampi; ritenendo comunque necessario tutelare in maniera più efficace la zona monumentale della “parte alta” per assicurare più adeguati livelli di protezione del patrimonio artistico e culturale, salvaguardando l’area a maggiore vocazione turistica, gli orari di accesso alla zona monumentale della città (piazza Grande e aree limitrofe) saranno limitati con fasce più restrittive”. E dunque, gli automobilisti sono stati avvertiti: non ci saranno sconti per nessuno.
Tant’è che le multe sono di quelle che pesano. Le infrazioni comportano le seguenti ammende: 81 euro per divieto di accesso (56,70 euro se si paga entro 5 giorni), 41 euro per l’eventuale sosta in area non consentita, se rilevata dagli agenti (28.70 curo se si salda entro 5 giorni). Per circostanze sfortunate le due misure si potrebbero anche sommare (122 euro). E si parla già di numeri importanti, vale a dire di oltre 1.337 transiti abusivi.
Tra auto e motorini, l’occhio elettronico sta registrando in media un centinaio di violazioni al giorno. Il maggior numero di infrazioni vengono commesse di notte, ed in prevalenza da moto e ciclomotori.
Ma a proposito di due ruote, qualcosa non è andato per il verso giusto. Si parla di numerose multe irregolari rifilate a moto e ciclomotori in maniera impropria. Tutto è partito dalla contestazione presentata da un giovane multato che si è accorto che ai pannelli verticali degli accessi c’era la dicitura “divieto di transito ad autoveicoli non autorizzati”. Un avvertimento che esclude di fatto le due ruote. Poi la cosa è stata corretta apponendo un nastro bianco a copertura della sola parola “auto”. Ma la questione di fatto è stata aperta. Tanto che si teme perfino un intervento della Corte dei Conti per verificare l’eventuale danno erariale trattandosi di almeno 1.370 notifiche sbagliate con spese di spedizione per circa 14mila euro, oltre alla mole di lavoro che ha tenuto impegnato il personale sottraendolo ad altre funzioni operative.
Intanto, come riporta Il Messaggero, “un incaricato della polizia municipale, su disposizione del responsabile Elisa Floridi, ha bloccato il pacco di multe in partenza destinate alle due ruote per evitare in questo modo ulteriori danni. Sotto tiro sta finendo chi ha gestito la segnaletica e chi avrebbe dovuto controllare i testi, rispetto all’ordinanza, quando la ditta aggiudicataria ha consegnato i pannelli. Fa discutere inoltre la modalità con la quale il Comune gestisce il grossolano errore, prevedendo cioè la possibilità per quanti hanno ricevuto le multe dal 4 giugno scorso (quando sono stati attivate le sanzioni nelle Ztl) al 24 luglio, di chiarire la propria posizione inviando un’apposita comunicazione all’indirizzo di posta elettronica ztl@comune.gubbio.pg.it.
Viene fatto notare da molti che dovrebbe essere lo stesso Comune ad ammettere l’errore, annullare i verbali irregolari e risarcire motu proprio quanti sono stati multati per la segnaletica sbagliata, senza scaricare sui cittadini alcun iter burocratico”.