Presentato dai soci della Tagina il concordato in bianco.
È stato consegnato a inizio settimana in Tribunale il concordato preventivo in bianco, una misura piuttosto recente che dà all’imprenditore, o in questo caso all’azienda, la possibilità di tentare il risanamento attraverso la continuazione dell’attività o eventualmente la sua cessione a un soggetto terzo, oppure, in alternativa la liquidazione del proprio patrimonio per mettere il ricavato al servizio della soddisfazione dei crediti, evitando così il fallimento.
A questo punto il giudice dovrà nominare un commissario che valuterà l’effettiva capacità economica della storica azienda di ceramiche umbra. Entrerà così un soggetto terzo nella trattativa, che avrà il compito di valutare l’offerta dell’ acquirente, al momento la Gambini group, e decidere se il progetto industriale che decideranno di presentare potrà garantire la continuità produttiva.
Intanto lo stato di tensione tra gli oltre 200 lavoratori non tende ad assottigliarsi. Alle mensilità arretrate di novembre e dicembre si è appena aggiunta quella di gennaio, per aggravare una situazione già sul filo del rasoio.
Il tempo stringe e le 8 settimane di cassa integrazione, iniziate il 18 gennaio, stanno scadendo senza che si sia trovata una soluzione definitiva.