La Tagina, la storica azienda ceramica gualdese, sta rinascendo, anche se ancora alle prese con una serie di problemi dovuti alla lunga fase di crisi sfociata ad aprile nel passaggio di proprietà dai soci locali alla Saxa Grès.
L’apertura dell’outlet negli spazi della fabbrica e, a primavera, la definitiva ripartenza delle linee produttive a pieno regime, sono le tappe di una marcia che guarda al futuro. A gennaio ci sarà l’assemblea con i creditori e, verosimilmente ad aprile, la chiusura del concordato. Intanto i circa 150 dipendenti (a rotazione lavorano dalle 70 alle 75 persone, con il resto che usufruisce della cassa integrazione dallo scorso 22 ottobre) stanno continuando la produzione non senza oggettive difficoltà. In primis, le materie prime: i fornitori inviano materiale solo con pagamento anticipato tanto che dall’azienda parlano di “ostilità”. Difficoltà anche per i macchinari (acquisiti da Saxa Grès) che dopo mesi fermi presentano problemi di funzionamento. Condizioni che preoccupano non poco le maestranze e i sindacati (Fabrizio Framarini della Femca Cisl parla di “… problemi che sembrano più profondi di quelli preventivati. Serve un confronto maggiore”), mentre il presidente della Saxa Grès, Francesco Borgomeo, parla di condizioni preventivate. “Sapevamo di dover affrontare i problemi accumulati nel tempo e che la riaccensione del forno a giugno sarebbe stata solo il primo passo, ma le cose stanno migliorando”. Finito il ripristino del secondo forno, a inizio 2019 verrà messo in funzione probabilmente in modo alternato rispetto a quello già attivo. “Nonostante gli imprevisti siamo contenti perché la produzione è ripartita anche se non siamo a regime”. A marzo poi dovrebbe concretizzarsi la realizzazione di un nuovo innovativo prodotto su cui l’azienda scommette tutto.