Aumenta l'occupazione ma “segnali meno favorevoli provengono dai consumi, dal clima di fiducia delle famiglie e dalle imprese dei servizi”. Lo rileva l'Istat nella nota mensile sull'andamento dell'economai italiana.
Nel primo trimestre 2016, il reddito lordo disponibile delle famiglie consumatrici ha ripreso ad aumentare (+0,8% rispetto al mese precedente) mentre la spesa per consumi finali è risultata stazionaria dopo tre trimestri consecutivi di aumento. La propensione al risparmio è, quindi, tornata ad aumentare, portandosi all'8,8% del reddito lordo disponibile. In presenza di una riduzione del deflatore implicito dei consumi (-0,3%), il potere d'acquisto delle famiglie è aumentato dell'1,1%.
Le informazioni disponibili per il secondo trimestre indicano un proseguimento di queste tendenze: ad aprile le vendite al dettaglio, misurate in volume, hanno registrato una variazione congiunturale nulla mentre il clima di fiducia delle famiglie è peggiorato nel secondo trimestre dell'anno. Secondo i dati delle forze di lavoro, a maggio,è proseguito per il terzo mese consecutivo il miglioramento dell'occupazione (+0,1 rispetto ad aprile, 21 mila individui in piu'), ma ad un ritmo più contenuto rispetto al mese di aprile (+0,3% rispetto a marzo). L'aumento degli occupati ha riguardato esclusivamente la componente femminile (24 mila unità in niù', +0,3%), a fronte di una sostanziale stabilità degli occupati maschi. L'espansione ha coinvolto i dipendenti a carattere permanente (+0,1%, 11 mila occupati in più), e a termine (+37 mila, +1,6%) a fonte di una contrazione della componente indipendente (-0,5%). Il tasso di disoccupazione ha ripreso a scendere (11,5%, un decimo in meno rispetto al valore di aprile).
La caduta dei prezzi al consumo si è ulteriormente accentuata in giugno. Secondo la stima preliminare, l'indice per l'intera collettività nazionale è diminuito su base annua dello 0,4%, un decimo di punto in meno rispetto a maggio. Pur rimanendo su ritmi positivi, anche l'inflazione di fondo ha evidenziato un rallentamento, portandosi (nell'accezione che esclude beni energetici, alimentari e tabacchi) allo 0,4%, un valore molto vicino al minimo toccato nei primi mesi del 2015 (+0,3%).La dinamica complessiva ha risentito della attenuazione della crescita tendenziale per i beni non alimentari e non energetici. La debolezza della dinamica inflativa di fondo, e della componente dei beni in particolare, riflette l'accentuazione della caduta dell'inflazione nelle fasi iniziali di formazione dei prezzi. E' ancora in atto il processo di propagazione delle pressioni deflative originate dalla caduta delle quotazioni delle materie prime, petrolifere e non, cui si è accompagnato il relativo apprezzamento del tasso di cambio dell'euro dei mesi primaverili.