Una impresa cinese operante ad Assisi nel settore tessile avrebbe evaso al fisco ricavi per oltre mezzo milione di euro: i responsabili dell’impresa sono stati denunciati all'autorità giudiziaria per omessa dichiarazione e per occultamento della documentazione contabile: la frode è stata attuata in base al meccanismo denominato “dell'apri e chiudi”.
Queste le conclusioni dei controlli eseguiti dai finanzieri della Tenenza di Assisi su una ditta individuale del settore tessile, che gestiva il laboratorio e assumeva personale, tutto di nazionalità cinese. L'azienda – secondo le Fiamme Gialle – allo scopo di sottrarsi ai controlli, presentava formalmente delle dichiarazioni, senza però versare le imposte dovute.
Trascorsi uno o massimo due anni, l'impresa cessava la propria produzione, ma solo in apparenza: in realtà l'attività, di fatto, veniva ceduta ad una seconda ditta intestata ad un dipendente di quella precedente. L'ex titolare, a sua volta, trasferiva fittiziamente la propria residenza altrove, ma continuava a restare sul posto, assicurando continuità nella gestione dell'azienda. In questo modo – ha accertato la Gdf di Assisi – prima che il fisco e gli altri Enti previdenziali potessero avviare le procedure di accertamento ed il successivo recupero delle somme, il vecchio titolare si rendeva irreperibile. Al suo posto veniva inserito un altro cinese, intestatario di una nuova posizione Iva, che continuava ad operare in base allo stesso meccanismo di frode: la nuova impresa subentrava negli stessi locali, assumeva i medesimi dipendenti e provvedeva alla gestione del laboratorio. Questo fino a una nuova, finta chiusura, ed al subentro di un terzo, nuovo titolare.