Le banche di credito cooperativo umbre sono ormai le uniche vicine al territorio visto che tutti gli altri istituti di credito hanno I centri decisionali in altre parti d’Italia. Sono in tutto tre con una quarantina di sportelli e circa 250 addetti: Crediumbria, Credito Cooperativo di Spello e Bettona e Credito Cooperativo Umbro.
Ora l’accelerazione sulle fusioni operata dal governo rischia ancora una volta di far gestire queste realtà da soggetti esterni alla regione, dal momento che serve una capitalizzazione di 200 milioni di euro e le tre realtà umbre devono accorparsi ad altri istituti di credito. Per le banche di Moiano e Mantignana i rispettivi consigli d’amministrazione si sono mossi per tempo, ora tocca a Spello e Bettona. Giovagnola, presidente della Crediumbria, sottolinenado I progressi raggiunti nell’accorpamento regionale, non si sbilancia più di tanto in quanto “il decreto non è stato ancora scritto e poi bisognerà vedere come verrà attuato da Bankitalia. L’unica cosa che posso dire,
da quanto si sa, è che è molto diverso dall’autoriforma proposta dal sistema delle Bcc”. Il punto dolente è il patrimonio minimo richiesto che espone evidentemente il sistema creditizio umbro ad un’ennesima operazione calata dall’alto. Quindi, visto come stanno andando le cose, la domanda da porsi è se il nuovo soggetto che nascerà dalle ceneri dei tre istituti sarà aggregato alla Toscana od al Lazio e quale sarà il peso specifico umbro per evitare che ancora una volta venga penalizzato il sistema creditizio per le imprese umbre come già successo con la cancellazione delle casse di risparmio prima e della Bps poi.