Dinanzi al Tribunale di Spoleto, presieduto dal giudice Augusto Fornaci, si è svolta la prima udienza del processo a carico di un uomo di 67 anni , chiamato a rispondere del reato di violenza sessuale nei confronti della figlia minore di 16 anni, di ingiurie e della stessa figlia e minacce nei confronti della moglie.
La difesa dell’uomo nega tutte le accuse fatte al suo assistito, ed ha presentato una eccezione preliminare chiedendo che in aula vengano ascoltati alcuni medici che hanno visitato la minorenne costituitasi assieme alla madre parte civile nel procedimento.
I fatti contestati all’uomo sarebbero avvenuti in una zona dell’Umbria, fra il 2010 e il 2014.
Secondo l’accusa- rappresentata dal sostituto Michele Pettini- l’uomo avrebbe compiuto atti sessuali con la figlia costringendola a consumare rapporti completi con cadenza settimanale sempre in circostanze in cui rimaneva da solo con lei, oggi alla soglia della maggiore età. Le violenze secondo la ricostruzione fatta dai carabinieri che hanno svolto le indagini sul caso, sarebbero state consumate sia nell’abitazione di famiglia, quando la moglie non si trovava in casa, sia in qualche camere d’albergo fuori dal territorio regionale, dove padre e figlia dormivano per motivi legati ad attività della ragazzina. A comunicare quanto sarebbe accaduto è stata la ragazzina dopo qualche anno che ha raccontato alle madre (che nel frattempo si era allontanata dall’uomo portando via conse le due sue figlie) le violenze che avrebbe subito fin da tenerissima età).