Maurizio Verdenelli – L’ultima volta fu esattamente 47 anni e 51 giorni fa. Il tempo che separa domani da quell’indimenticabile domenica del 5 marzo 1967 in un ‘Santa Giuliana’ inondato da un precoce sole primaverile. Mezzo secolo per tornare a contendersi un trofeo che conta.
Mezzo secolo per Macerata e Perugia, capoluoghi dell’eterna provincia italiana, da sempre emarginata anche e soprattutto nei collegamenti tra loro anche se adesso la Quadrilatero finalmente pare destinata a provvedere dopo cent’anni e cent’anni di solitudine.
Nel 1967 per la conquista della sognata serie B di calcio, ora per lo scudetto della pallavolo tra Lube e Sir Safety. Sempre un pallone in mezzo per far sognare il Grifone granata (semper triumphans) e la macina biancorossa. Stavolta il football che pure sta dando soddisfazioni ad entrambe le città resta in secondo piano. Il primo è tutto per questa finale che scatta da domani ad Osimo.
Una rivincita dopo mezzo secolo anche se in campo ci sarà più spazio alle suggestioni di una sfida balcanica (ben sei sono i giocatori serbi-montenegrini: due nella Lube, quattro nella Sir Safety) ed anche se i grifoni preferiscono più il nickname di Block Devils. I protagonisti più attesi non rispondono più ai nomi italianissimi di Angelo Montenovo ed Eros Lolli o a quelli di Claudio Turchetto e Vasco Dugini, ma a quelli di Aleksander Atanasijevic e Goran Vujevic -che giocherà con la morte nel cuore a sei mesi dalla scomparsa del figlioletto Stefan, ‘mascotte’ del Palaevangelisti. Ci sarà Boban Kovac, già idolo del Palascodella, a guidare i Block Devils ed altri ‘martelli’ visti su questo campo che ospita appena 2.500 persone ma che non ha mai potuto ospitare una finale da scudetto perché a Macerata non credevano a suo tempo che si potesse volare così in alto nello sport. A Perugia, invece sì, tanto che domenica si giocherà in un impianto cittadino capace di 3.800 posti. Diversità di prospettive, sin da quando il Perugia, senza grandi nomi ma con un allenatore dal cuore grande così (il’ sor’ Guido Mazzetti) riuscì nell’impresa di conquistare la B, mantenendo il vantaggio nato quella domenica del 5 marzo 1967.
3-1 il risultato per il Perugia, 46 punti alla fine per i Grifoni, 45 per la Maceratese (5. fu l’Anconitana). E sin da quando, appena un campionato dopo, la Maceratese parve smobilitare cedendo la coppia del gol Dugini-Turchetto al Perugia. Operazione ripetuta con Pagliari-Morbiducci, quindici anni dopo.
Quel 5 marzo fu davvero indimenticabile per tutti: anche per i grandi favoriti. Il Santa Giuliana venne invasa dai maceratesi, un treno speciale ne condusse centinaia a Perugia e la tortuosa statale Valdichienti intasata dalle auto con direzione Perugia (allora circa 3 ore di percorrenza!). Anche domenica sarà, quasi, così: i tifosi biancorossi saranno in massa al pala Evangelisti. Un pullman è pronto, un secondo forse lo sarà.
Dopo il no (proprio oggi) al ricorso del Copra Piacenza per un cambio non consentito in gara5, tutto è dunque pronto per la Grande Rivincita. Perugia, dopo la finale persa contro la corazzata Sisley Treviso 9 anni fa, sta letteralmente impazzendo, cosa che invece non succede a Macerata dove sono più abituati al sapore di vertice. I Block Devils non sentono come i Grifoni di Mazzetti, assolutamente lo sfavore del pronostico contro i più titolati avversari: la vittoria in casa in campionato e nella semifinale di Coppa Italia a Bologna sembrano di buon auspicio.
Tanta è la fame di vittoria di questa società nata anni fa a Bastia Umbra, poi ‘emigrata’ nel capoluogo, così come la Lube non dimentica le sue origini treiesi. Per entrambe un autentico e forte Dna territoriale, testimoniata dal coach dei cucinieri, il settempedano Alberto Giuliani. Perché a parte la forte tinta balcanica, sempre della sfida tra due province italiane si tratta. Da sempre vicine, eppure lontane. Vicine per la presenza nell’una e nell’altra città di maceratesi emigrati e viceversa, lontane per le strade ottocentesche.
Era anch’egli emigrato a Perugia, per occupare la prestigiosa cattedra di Italiano e Latino al Liceo Classico ‘A. Mariotti’ di Perugia (e alla facoltà di Magistero dell’Università, diretta dal carismatico padre Fabro), il maceratese professor Nello Carini, in quell’anno di grazia 1967. Per tutto il campionato, capolista l’inarrivabile (così sembrava) Maceratese, (mi) aveva fatto leggere ogni lunedì prima della lezioni le cronache che la Gazzetta dello Sport dedicava ai gol della coppia delle meraviglie
Claudio&Vasco. Quel lunedì 6 marzo 1967, la classe del professor Carini si prese la sua silenziosa, perfida rivincita. Sulla lavagna apparve, scritto con il gessetto rosso scuro, il risultato di Perugia-Maceratese: 3-1. Appena seduto in cattedra, il bravissimo docente dal cuore biancorosso, diede ordine di cancellare quella …scritta ingiuriosa cui aveva dato appena un fulmineo ed iratissimo sguardo in tralice. E della sfida del secolo non si parlò più in classe.
Se ne parlò invece per decenni a Macerata. L’ultima volta, nel 2001, in un’aula di tribunale. Fu quando il prof. Mario Baldassarri, improvvidamente ed impropriamente, ricordò quella partita preso da enfasi comiziale, presente in piazza Vittorio veneto l’on. Gianfranco Fini in quella campagna elettorale che lo vide eletto e poi viceministro dell’economia. A proporre la causa, conclusasi con un’ammenda, fu proprio Claudio Turchetto. Mi confidò “Avrei voluto con me anche Dugini. Ho cercato di rintracciare Vasco a Prato, inutilmente”. In …gol quella volta a Claudio, ormai maceratese stabilizzato da tanti anni, era dovuto andare da solo.