Contestualmente agli arresti in Italia e in Kossovo di quattro cittadini kossovari , sono scattate a Perugia, a Vicenza e Brescia perquisizioni che sono ancora in corso.
L’operazione denominata “Van Damme” viene condotta dagli agenti della Digos e da quelli della Direzione Centrale della Polizia di Prevenzione della Polizia. Secondo quanto è stato possibile sapere, l’azione condotta in contemporanea in varie aree d’Italia ha permesso di disarticolare una compagine terroristica che, anche attraverso l'uso dei social network, propagandava l'ideologia jihadista. I riscontri investigativi hanno evidenziato – scondo quanto è trapelato – la presenza di «pericolosi indicatori di fanatismo religioso estremistico a carico dei componenti del gruppo criminale, i quali sul web si mostravano con armi e atteggiamenti caratterizzanti i combattenti del sedicente Stato Islamico».
I quattro kosovari arrestati sono ritenuti responsabili dei reati di apologia al terrorismo e istigazione all'odio razziale. Quello che è considerato la “mente” del gruppo, un cittadino kosovaro che ha vissuto diverso tempo in Italia, è stato arrestato in Kosovo dalle autorità di quel paese, mentre gli altri tre sono stati arrestati in Italia, dove vivevano da tempo. In particolare, a carico di uno dei fermati è stata disposta, per la prima volta, la misura di sorveglianza speciale per terrorismo, su richiesta avanzata direttamente dal Procuratore Nazionale Antimafia e Antiterrorismo.
I quattro arrestati sarebbero presenti in alcune foto che li ritraggono con armi in mano.
AGGIORNAMENTO
Le perquisizioni collegate all’operazione contro i terroristi che hanno interessato anche l’Umbria sono state operate nel folignate e sono state operate nelle abitazioni di due operai macedoni di 30 e 35 anni . I due stranieri non risultano comunque al momento indagati. Le perquisizioni sono state condotte dalla digos della questura di Perugia. Sequestrati tablet e pc ora al vaglio degli investigatori.