Di Alberto Laganà
Il nome di Li Ka-Shing non dice quasi niente a nessuno in Italia, ma è l'uomo più ricco d'Asia con ben 30 miliardi di dollari, che conosce alla perfezione cosa sta succedendo in quel continente e prevede tempi di tempesta provenienti dalla Cina. Così all'improvviso ha deciso di vendere tutto quello che ha all'interno dei confini del gigante asiatico
investendo altrove, titoli di stato italiano compresi molto probabilmente, perchè ritiene che le più antiche società industriali abbiano fondamentali più solidi e sistemi di ammortamento del contraccolpo economico più forti. Dopo anni di espansione monetaria l'economia cinese sta andando fuori giri ed il governo centrale è impotente in quanto il sistema bancario parallelo costituisce l'84% del PIL, ed il credito privato complessivo è al 230% del Pil, in rialzo di più del 100% negli ultimi anni. Tutta questa massa di debiti contratta dalle famiglie non potrà essere onorata e di conseguenza falliranno le banche, si fermerà la produzione e tutti quei paesi che vivono vendendo materie prime, beni e servizi al colosso asiatico crolleranno a loro volta in una spirale che non è semplice fermare.
Inoltre tali tassi di crescita anomali, storicamente, sono sempre seguiti da gravi crisi finanziarie ed allora si teme che il crac cinese, in un'economia globale così interdipendente, si riverserà come un boomerang al di qua degli Urali con effetti inimmaginabili per tutte le economie. Gli esperti economici di tutto il mondo stanno prendendo in considerazione delle 'exit stategy' ed i primi segni li abbiamo visti con il rientro in occidente di molte aziende che avevano delocalizzato in estremo oriente, ma stiamo parlando di una goccia in un mare di guai. I più ottomisti pensano (e sperano) che questa sia una febbre salutare perchè il pianeta non regge più i ritmi di sviluppo imposti dal ritmo di crescita dell'Oriente.
I mari non forniscono più pesce, la deforestazione e le industrie distruggono il clima come lo conosciamo, i ghiacci si sciolgono e le materie prime, cibo ed acqua non bastano per tutti. E' il momento di ascoltare chi parla di decrescita felice e di ritorno ad una civiltà sostenibile: meno sprechi, meno rifiuti, più recupero e riciclo, energie alternative. Va a finire che il vero profeta del terzo millennio è un comico, Grillo che queste cose le dice da vent'anni… ma non c'è più tanto da ridire e siamo già molto in ritardo prima che inizi il 'count down' finale per il pianeta.