(A.L.) Sono 6 anni che si parla di crescita economica, ma ogni anno che passa è peggiore di quello appena concluso per colpa anche di scelte insensate come quella di riempire gli immobili di tasse distruggendo il settore ed un milione di posti di lavoro.
Intanto il 6 agosto l'Istituto di statistica nazionale rivedrà la propria idea di crescita del Paese e dopo i segnali di Fmi e Bankitalia tutti danno per scontata una netta sforbiciata: la crescita, se mai ci sarà, sarà di appena un quarto delle stime, un misero +0,2%, molto sotto lo 0,8% indicato dal governo nel Def. La barzelletta degli 80 euro è servita a vincere le elezioni non certo a r ilanciare l'economia ed ora tutti i nodi, al netto delle false promesse, stanno venendo al pettine. “La situazione richiede un maggiore sforzo per la crescita e il consolidamento dei conti pubblici” afferma senza giri di parole il ministro dell'economia, ed in soldoni vuol dire quanto tutti sanno e non dicono,
servono entro la fine dell'anno 20 miliardi di euro per raddrizzare i conti della barca italiana e dal momento che si è tassato tutto il possibile e l'immaginabile non resta che ricorrere ad un prelievo forzoso dai conti correnti degli italiani. Cosa succederà dopo è difficile dirlo, ma sicuramente sarà un autunno gelido per il governo e per gli italiani. Intanto in Parlamento una cospicua parte dei Ds sta scavando la fossa al loro leader maximo ben sapendo che non durerà ancora molto ed è pronta la corsa a sostituirlo con un altra controfigura per affrontare le elezioni ormai dietro l'angolo.