Una operazione degli uomini del Commissariato di Polizia di Assisi, diretti dal Commissario Capo Francesca Di Luca e coordinati dall’Ispettore Walter Stoppini, ha permesso di smascherare un giro di prostituzione ben “mimetizzato” all’interno di un centro massaggi orientali.
Già da qualche settimana gli investigatori, insospettivi dalla pubblicità che lo reclamizzava su un famoso sito di “incontri” nazionale, monitoravano un centro massaggi situato a Santa Maria degli Angeli. La ipotesi investigativa degli investigatori, era che all’interno del centro non si eseguissero semplicemente dei massaggi “estetici”, ma anche prestazioni sessuali .
Fondamentali sono state le ricostruzioni investigative effettuate grazie all’escussione dei numerosi clienti: perugini, assisani e comunque residenti in zona, perfettamente inappuntabili ed insospettabili, ma anche turisti provenienti dall’estero, in visita nella città della pace ed in cerca di relax e di forti emozioni.
L’accoglienza era curata da una donna cinese la quale personalmente, o tramite una sua collaboratrice, provvedeva a farli accomodare in una della 4 stanzette “dedicate” alle prestazioni, per poi eseguire un normale massaggio.
Il trattamento estetico, ad un certo punto, poteva concludersi come tale oppure, a scelta esplicita dell’interessato, pagando una somma extra, poteva essere “completato” con un rapporto sessuale attuato attraverso un massaggio speciale alle parti intime. Il tariffario del centro estetico si basava sul diverso genere di prestazioni erogate: dai 30 ai 70 Euro, in base a come esse si concludevano. Naturalmente, se il trattamento era “completo”, non veniva rilasciata alcuna ricevuta fiscale, attesa la evidente illegittimità del suo oggetto.
Questo è quanto gli agenti hanno appurato soltanto sulla base delle diverse testimonianze, ma tutto ciò è stato riscontrato nella mattinata di ieri martedì 21 ottobre, quando è scattato il blitz della Polizia.
All’interno del centro massaggi, gli investigatori hanno trovato due clienti, una donna cinese, tale W.A., del 73, titolare del centro estetico in possesso di un attestato professionale falso, e la sua dipendente, tale H.S., del 76, anch’essa cinese. Il loro rapporto di lavoro subordinato, però, risulterà essere semplicemente la copertura di un vero e proprio sfruttamento della prostituzione. Alla “gestione di tale illecita attività” contribuiva anche il marito della titolare del centro, tale H.Q., cinese del ‘70, disoccupato.
Un ulteriore riscontro della illecita attività svolta nel centro sta nel rinvenimento, a seguito di una accurata perquisizione svolta nel corso del blitz, di diverse banconote occultate all’interno di riviste nascoste dalla titolare: il denaro trovato, ammontante a circa 1000 Euro, è stato sottoposto a sequestro, come la stessa attività commerciale, sottoposta a sequestro preventivo ai sensi dell’art. 321 Cpp. a disposizione del PM di turno, Sost. Proc. Dott.ssa PUCCI.