Giocare a fare il pane, a mettere le mani in pasta! Una gioia per ogni bambino, che giocando si avvicina alla cultura del Pane. Perché, quando si è bambini, giocare è la via più diretta per apprendere, fare esperienza, acquisire competenze, liberando tutti i cinque sensi, usando l’intelligenza razionale e quella emotiva.
Guidati da Mister P, l’eroe più buono e più forte che ci sia, e dai panettieri artigiani della provincia, i ragazzi hanno partecipato a veri laboratori, in cui hanno potuto realmente fare il pane: tuffare le mani nella farina senza paura di sporcarsi, le mani appiccicose che, nel profumo del lievito, preparano l’impasto, il quale all’inizio sembra sfuggire a qualsiasi tentativo di manipolazione e poi, quasi d’incanto, diventa una palla liscia, morbida ed elastica, pronta a trasformarsi nelle diverse forme del pane.
Un’esperienza straordinaria condivisa da 542 bambini delle classi terze delle Scuole Primarie della provincia di Perugia che, grazie al progetto “Pane Libera Tutti!” della Camera di Commercio di Perugia e della sua Azienda Speciale Promocamera, si diplomeranno ”apprendisti panettieri”.
I laboratori hanno avuto tutti una cifra comune, quella del gioco e dell’esperienza, ma si sono sviluppato secondo percorsi diversi: a Città della Pieve, una festa con Il Forno di Moiano, che con grande disponibilità ha permesso ai bambini di entrare direttamente nel ciclo produttivo; a Castiglione del Lago, a scuola, con il fornaio Piero Perella, che fa il pane come glielo ha insegnato il padre, con farine macinate dal mulino locale.
A Bevagna, all’aperto, nella suggestiva cornice della Gaita San Giovanni, insieme ad Abramo Tomassini, giovane ed appassionato panettiere alla terza generazione del Forno Nocera Umbra, che tra l’altro ha ospitato la scuola di Foligno, paradigma di multietnicità, come a dire che il pane unisce i popoli e favorisce la collaborazione ed il rispetto tra essi. A Spoleto, presso L’Altro Forno dei Fratelli Michele e Nicoletta Bonucci, giovani che testimoniano come l’attaccamento alla tradizione e alle materie prime a km zero siano sinonimi non solo di pane genuino, ma anche fattori di autenticità e appartenenza; a Città di Castello e Monte Santa Maria Tiberina, dove imparare a fare il pane significa anche educazione alla sana alimentazione e a corretti stili di vita.
A Perugia, altro evento eccezionale: i bambini hanno festosamente invaso la casa delle imprese, ossia la Camera di Commercio, con il loro entusiasmo e la loro vivacità. In collaborazione con il POST (Perugia Officina per la Scienza e la Tecnologia), rappresentata dalla sua presidente Teresa Severini, hanno scoperto le varie reazioni chimiche che avvengono quando si prepara il pane (come la reazione di Maillard) ed hanno potuto “guardare in faccia” il lievito, mediante l’uso del microscopio. Insieme alle loro mani, anche queste in pasta, hanno trovato quelle esperte dei panettieri Rossano Pinti del forno Gatti e Geremia Fiorucci dell’Industria Dolciaria Fiorucci. Hanno partecipato ai laboratori anche la Comunità dei Forni e Fare Facendo, che per Pasqua ha sfornato il Pane dell’Amicizia nel centro storico di Perugia.
Esperienze tutte coinvolgenti, magari da ripetere in casa, sognando un giorno di fare il fornaio, comunque imparando ad apprezzare il lavoro artigianale dei nostri panettieri, impegnati a garantirci un pane sano, genuino e che sa di buono!